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A quanti mesi si può lavare un cane?

Hai appena portato a casa un cucciolo di cane, e ti stai chiedendo come comportarti col bagnetto?

Un cane può essere lavato a partire dai due mesi ma, se preferisci portarlo da un toelettatore, è necessario che abbia completato il ciclo vaccinale.

Da quando si può lavare un cucciolo di cane dal toelettatore?

I professionisti sconsigliano la toelettatura prima del richiamo: un solo vaccino non è sufficiente per stabilizzare gli anticorpi dell’animale.

I cagnolini, almeno fino al quinto mese, sono considerati molto delicati: le loro difese immunitarie non funzionano ancora alla perfezione, ed è più probabile che contraggano virus. Sebbene i cani siano immuni dalle malattie da raffreddamento, e non possano quindi prendere l’influenza come i loro padroni, sono comunque soggetti a forme virali e lavarli troppo a ridosso dell’ultimo vaccino potrebbe inibire gli effetti di quest’ultimo.

Quando lavare un cucciolo di cane dal toelettatore, dunque? L’ideale è aspettare 7-10 giorni dopo il richiamo.

La stagione non è importante: si può fare il bagno al cane d’estate come d’inverno, purché venga effettuato in un locale caldo e si tenga l’animale al chiuso per almeno un’ora (per evitare che l’epidermide non completamente asciutta si raffreddi repentinamente).

Come fare il primo bagnetto al cane a casa

Per il primo bagnetto al cane, è necessario adottare qualche accorgimento affinché si senta coccolato e a suo agio, senza spaventarsi. In caso si stesse pensando di asciugarlo col phon, ad esempio, è bene abituarlo al rumore nei giorni precedenti. Come fare? Inizia a usare l’asciugacapelli in bagno, con la porta chiusa, per poi aprirla gradualmente così da non infastidire il cucciolo: facendolo sembrare un gioco, lo accetterà più volentieri.

Se scegli di portare il cane dal toelettatore, la prima seduta è consigliabile che non sia un vero e proprio lavaggio: dovrà essere un momento di conoscenza, in cui l’animale possa familiarizzare con l’ambiente e con il personale.

La preparazione

Assicurati di avere a portata di mano tutto l’occorrente: acquista uno shampoo specifico, evitando quello che utilizzi per te e per la tua famiglia (la pelle del cane ha un ph di 7-8, contro i 5,5 dell’uomo). Per orientarti nella scelta, chiedi aiuto al veterinario. Il tipo di shampoo e di balsamo da usare dipende infatti dal tipo di pelo: i peli corti hanno bisogno di detergenti oleosi, i peli corti di detergenti umettanti e idratanti.

Ricorda che, per poter fare il bagnetto a un cucciolo di cane, devi innanzitutto rassicurarlo: evita i rumori improvvisi, accarezzalo spesso e concedigli un premietto se si comporta bene. Ciò vale sia a casa che dal toelettatore: il rinforzo positivo, con uno snack goloso, è un’ottima tecnica affinché il bagno abbia successo.

Il lavaggio

Non è necessario utilizzare prodotti per la pulizia quando il cane è molto piccolo: è sufficiente lavarlo con acqua tiepida e un panno, ricordando che la sua temperatura corporea è più alta della nostra. Evita l’acqua bollente ma anche l’acqua fredda: il bagno deve essere una coccola.

Dopo i tre mesi, è ora di iniziare a usare shampoo e balsamo.

Non utilizzare mai il getto diretto del doccino sul muso del cane, sulle orecchie e sui genitali: il flusso d’acqua deve essere molto morbido, e i movimenti delle tue mani delicati (nella stessa direzione del pelo).

Fai attenzione a che lo shampoo non entri negli occhi, nel naso, nelle orecchie o nella bocca: i canali uditivi dei cani hanno la forma di una L, motivo per cui il rischio di infezioni causate dall’acqua “intrappolata” è elevato.

Sciacqua in abbondanza, fino a quando pelo non rilascerà più lo shampoo. E non dimenticare il balsamo: serve a evitare che il pelo e l’epidermide si secchino.

Per l’asciugatura usa un panno in microfibra, un asciugamano asciutto oppure il phon a bassa temperatura.

La cosa fondamentale è creare una routine: non si addestra un cane in una volta sola, neppure per il bagnetto. Devi lavarlo ripetutamente, delicatamente e con molta pazienza, con la consapevolezza di insegnargli un’esperienza che vivrà per il resto della vita.